mercoledì 30 maggio 2007

Poetica dello sbattitore elettrico nell'opera di Martin Eggsbërger


É di comune dominio che l'opera vastissima di Martin Eggsbërger (oltre quindici romanzi storici, sette prosimetri, più di 15000 esametri per il poema "Alle porte della cantina di mio cugino") concentri particolarmente la sua attenzione sul controverso tema che assilla storici e filosofi da secoli: se sia meglio l'uovo fritto o quello sbattuto e ancora se non sia meglio usare le uova per realizzare differenti prodotti dolciari (vedi il Tiramisù di Gustav Knöfblach). Pochi tuttavia hanno rilevato (vanno menzionati almeno il Brautner e lo Stirnër) che il fondo autentico e meditato, il problema ricorrente della poetica di Eggsbërger è il rapporto dell'uomo con lo sbattitore elettrico.

Alcuni passi lo possono dimostrare efficacemente; in "Il prozio del re contrabbanda mucche", ambientato nel XVIII secolo il protagonista Filomelo viene avvisato del fatto che suo padre è stato derubato del bestiame da trafficare e rischia la bancarotta o l'esilio (qualora volesse denunciare il fatto) ed esclama: "Oh padre, oh misero! Come potrò alleviare il tuo dolore? Oh se solo avessi uno sbattitore elettrico monterei la crema per prepararti un tiramisù!"

Lo sbattitore elettrico assurge, come è evidente, al ruolo di extrema ratio, panacea ultima e finanche divino elemento di verità consolatoria nonchè quasi ultimo barlume di giustizia che mancando, tuttavia, si nega. Sublime invece è il momento in cui Ugrum, in "Come mangiai un Ficosauro e come ho imparato ad amarli" ambientato nel 12007 a.C., dopo aver raccolto delle uova di quaglia e vivendo una tremenda carestia trova lo sbattitore elettrico appartenente al suo bisnonno e dice "Oh bisnonno la carestia ha portato via anche la corrente elettrica". Oltre ad essere palese la follia di Eggsbërger si evidenzia come lo sbattitore richiami una volontà di utilizzo impedita dal logos divino, che spesso si nega in epoca di carestia. Infine in "L'ebete e il frassino, conifere a confronto" ambientato nel 1938 in Minnesota, Albert Bromberg compra uno sbattitore per corrispondenza che gli giunge tuttavia senza fruste; Albert dirà: "Bah..."

Quì emerge la critica feroce all'inefficienza e allo spreco capitalistico in un autore spesso accusato di scarso impegno ma che noi giudichiamo completo e complesso.

2 commenti:

Luigi l'appeso ha detto...

Con "L'ebete e il frassino, conifere a confronto" ti sei davvero superato.
Spero che il maestro ti risponda, anche solo per dirti: "NO! Bromberg è un incapace!"
Ma sbaglio sbaglio o sei pure tu un po' giù di corda ultimamente? (Così, a naso)
p.s.
Ne ho una fresca fresca:
"Groucho, dammi qualcosa per coprirmi!"
"A, Bi, Ci, Di, E, Effe, Gi, Acca, ah, eccola" e prende una giacca.

Io sono il capostipite dei Baggins ha detto...

Se fossi appeso a una corda diciamo che starei appeso in basso, ma non so se sia un male o un bene, perchè stando appesi in basso la terra è più vicina, eppure in una scala da 0 a 10 direi che la soddisfazione arriva a 8 (non vivo nel terzo mondo, studio invece di lavorare nelle latomie siracusane come gli ateniesi prigionieri etc...), comunque direi che sono giù di corda. Fortunatamente Groucho mi ha tirato su, con la corda.